Tedeschi in visita al Giardino della Memoria
"Qui siamo sul luogo della Strage di Capaci avvenuta il 23 maggio del 1992' e tutta questa area venne sventrata da 509 chili di tritolo facendo saltare in aria il giudice Falcone, sua moglie, mio marito Antonio Montinaro e i suoi colleghi, Rocco Dicillo e Vito Schifani. Per nessuno di loro c'è stato scampo".
L'esplosione avvenne alle ore 17,58. Da quel momento mi sono impegnata per portare avanti la memoria. Mio marito aveva solo 29 anni e lui insieme ai suoi colleghi credevano in quello che facevano,.perché il giudice Falcone faceva un lavoro straordinario contro la criminalità organizzata. Erano uomini preparati e come diceva mio marito, solo una bomba poteva renderli inermi".
I turisti provenienti dall' est della Germania accompagnati dalla guida Gabriele Carta hanno ascoltato con empatia e attenzione il racconto di Tina Montinaro. Sono stati ripercorsi in grandi linee la storia del contrasto alla mafia passando per l' importanza del Maxiprocesso. Solo dopo le Stragi sottolinea Tina c'è stato realmente un cambiamento nella società civile. " Prima di allora tutti si giravano dall'altro lato e c'era molta indifferenza.
Vedete io sono napoletana e mio marito era leccese ed io potevo benissimo, dopo la Strage, andare via ma sono rimasta. E l'ho fatto per parlare a tutti voi e soprattutto ai giovani che devono sapere cosa è successo. Questo è l'impegno da 33 anni, gestisco questo Giardino con i detenuti degli istituti carcerari Pagliarelli e Ucciardone che mi aiutano a tenerlo pulito e imparano un mestiere".
Il gruppo hanno avuto modo di girare il Giardino della Memoria Quarto Savona Quindici e vedere gli alberi di ulivo piantati. " Abbino deciso di dedicarli non solo alle vittime delle due Stragi ma anche agli altri caduti. C'è ad esempio piantato un ulivo per Piersanti Mattarella, il Presidente della Regione, fratello dell' attuale nostro Presidente della Repubblica.
La mafia ha ucciso magistrati, giornalisti, preti, bambini non ha guardato in faccia nessuno. Ci sono voluti tutti questi morti per rendere più libera questa città dalla cappa mafiosa" . Tina ha concluso come questo Giardino si chiama Quarto Savona Quindici ( la sigla radio dell' auto di scorta dove viaggiavano i ragazzi della scorta) e attualmente la Fiat Croma custodita in una teca si trova nel Museo del Presente di via Lincoln a Palermo.
Un viaggio nella memoria che non poteva esimersi da raccontare quanto accaduto 57 giorni dopo, con la Strage di via D' Amelio dice morì il giudice Borsellino e i poliziotti Emanuela Loi, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli e Agostino Catalano. "Dopo quanto accaduto non possiamo fare un passo indietro. Noi non diciamo che la mafia nome siste più . Non fa più le Stragi anche perché lo Stato ha dato una risposta, però è infiltrata nell' economia ed ha cambiato pelle. Voglio dire a loro di non fare finta di nulla perché la criminalità organizzata è ovunque se pensiamo alla N' drangheta ecco dobbiamo stare attenti tutti Ancor di più . la criminalità supera i confini nazionali".
Tra le domande a Tina vi è stata quella se gli esecutori sono stati arrestati. " Ebbene dice Tina, gli esecutori sono stati arrestati ma aspettiamo ancora la verità dal punto di vista processuale. Alcuni mafiosi dichiarato pentito ed hanno avuto gli sconti di pena. Ma ecco nonostante attendiamo la verità completa sulla Strage continuiamo a impegnarci. Io vedere con questo poliziotto coraggioso, mio marito Antonio, ho fatto solo 5 anni di matrimonio ma il suo senso del dovere dopo 33 anni ci fa camminare a testa alta".